Introduzione:
Tracce colorate, tutte da esplorare ~ Gloria Levoni
In visita al mercatino dell'antiquariato di Fontanellato (luogo noto nella
pianura padana per la presenza di un santuario mariano e della Rocca dei San
Vitale, che custodisce un capolavoro del Parmigianino quale il boudoir di Paola
Gonzaga), mi vedo proporre dall'amico Igi Pioli di Parma una serie di cinquanta
disegni infantili. Dal retro, che riporta le bandiere di Germania, Giappone e
Italia, e dai caratteri di scrittura, intuisco che deve trattarsi di materiale
prodotto da bambini giapponesi nel periodo di alleanza tra i paesi citati.
In quel momento ero particolarmente attratta da tutto quello che riguardava la
terra del Sol Levante, per la lettura che stavo facendo della Storia di Genji, e
perciò venni immediatamente catturata dall'impressione estetica esercitata dalle
immagini, dai colori e dalle forme che rimandavano a quel mondo;
contemporaneamente mi venne il desiderio di approfondire le circostanze che
avevano dato luogo alla realizzazione della serie. Chiesi perciò al venditore di
lasciarmela in visione. Tornata a Mantova, mostrai i lavori all'amico Gianluigi
Arcari, esperto di grafica, il quale, a sua volta colpito, interpellò un nipote
che conosce la lingua giapponese. Risultò che i disegni erano frutto di un
concorso indetto dalla società Morinaga tra i bambini di quei paesi che, negli
anni appena precedenti la guerra, stavano instaurando rapporti di
amiciziaalleanza. Le scritte alludevano al nome, all'età e al luogo dei piccoli
autori. A questo punto l'interesse storico divenne preponderante rispetto a
quello estetico, pertanto decisi di acquistare l'intera raccolta, per non
disperdere quella che mi sembrava una testimonianza di particolare valore. Con
Arcari, ci recammo a Piadena dal maestro Mario Lodi, studioso dell'espressività
infantile, per chiedere il suo parere sulla qualità dei disegni stessi e per
sapere se avesse informazioni sullo svolgimento del concorso in Italia. Il
maestro fu molto colpito dalla sapienza e insieme dalla spontaneità dei lavori,
ma si dichiarò completamente all'oscuro dell'occasione nella quale erano stati
presentati.
Nel corso di un incontro con due importatori giapponesi, clienti di mio marito -
che produce ed esporta salumi in vari paesi del mondo - mostrai loro la
raccolta, sperando di ottenere la promessa che avrebbero cercato notizie una
volta tornati nel loro paese. I due manifestarono un tale entusiasmo che gliene
regalai uno ciascuno. I miei "ambasciatori" si fecero presto vivi fornendomi
precisazioni sul concorso e offrendosi di acquistare in blocco i disegni; in
alternativa li chiedevano in prestito per l'organizzazione di una mostra.
Rassicurata da tutti questi pareri sull'interesse delle opere, decisi di
informare Umberto Agnelli, presidente della Fondazione Italia in Giappone 2001,
che coinvolse Umberto Donati, direttore della medesima. La Fondazione si è poi
messa in contatto con la famiglia Okano, proprietaria del Museo Vangi di Mishima
in Giappone, che, attratta da questo progetto, ha deciso di ospitare nel proprio
museo la mostra di questa collezione, e io sono particolarmente grataa Koko
Okano, che ha creduto sin dal primo istante in questo progetto.
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